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Einaudi

Einaudi

Cose da maschi

Alessandro Giammei
Alessandro Giammei
Consigliato per

Prezzo

€ 15,00 

Fermacravatte e orecchini, smalti e canottiere, collane e rasoi: attraverso venticinque oggetti tradizionalmente considerati (o sorprendentemente diventati) «da maschi», questo saggio esplora le possibili vie d’uscita dalle maglie strette che il patriarcato ci impone. Perché forse per superare il patriarcato bisogna abitare, non abolire, la maschilità. E invece di partire dalle parole, su cui non riusciamo a metterci d’accordo, sarà bene iniziare dalle cose. Cose da maschi è un inventario di simboli, orpelli, strumenti che definiscono (o destabilizzano) la differenza tra maschile e femminile; una differenza che ci è più facile pensare e vivere come un dualismo, piuttosto che immaginarla come un confine labile e permeabile in entrambe le direzioni. È un osservatorio sulla metà del cielo che ci è sempre parsa nota, standard, dominante, e intende invece farcela aliena, curiosa, esotica, speciale. Intende soprattutto rimapparne le costellazioni, visitando sia pianeti familiari sia sistemi remoti, mai raggiunti prima dai telescopi: quelli abitati da ragazzi-soia e fascinosi secchioni, da icone hip hop che somigliano a gentiluomini del Rinascimento, da cose e persone che rifiutano l’utilità, la forza, il potere, e si acclimano (da secoli o da ieri l’altro) in un futuro più gioiosamente ibrido e consapevole. Per capire cosa siano l’identità di genere, il patriarcato, persino il femminismo oggi (e soprattutto, per capire cosa saranno domani) bisogna infatti interrogare la maschilità invece di darla per scontata. Dalle pistole di plastica che mettiamo in mano ai bambini agli smalti e collane dei cantanti che seguono su TikTok quando non li guardiamo, il catalogo delle cose ancora (o non più) maschili di quest’età fluida e immateriale racconta le fragilità di supereroi e leader carismatici, il potere di idoli mingherlini e softboy, le ambizioni e i sogni di chi lotta perché quella dei maschi diventi una tribù inclusiva, consapevole dei propri miti e dei propri privilegi.

Riguardo al libro
Fermacravatte e orecchini, smalti e canottiere, collane e rasoi: attraverso venticinque oggetti tradizionalmente considerati (o sorprendentemente diventati) «da maschi», questo saggio esplora le possibili vie d’uscita dalle maglie strette che il patriarcato ci impone. Perché forse per superare il patriarcato bisogna abitare, non abolire, la maschilità. E invece di partire dalle parole, su cui non riusciamo a metterci d’accordo, sarà bene iniziare dalle cose. Cose da maschi è un inventario di simboli, orpelli, strumenti che definiscono (o destabilizzano) la differenza tra maschile e femminile; una differenza che ci è più facile pensare e vivere come un dualismo, piuttosto che immaginarla come un confine labile e permeabile in entrambe le direzioni. È un osservatorio sulla metà del cielo che ci è sempre parsa nota, standard, dominante, e intende invece farcela aliena, curiosa, esotica, speciale. Intende soprattutto rimapparne le costellazioni, visitando sia pianeti familiari sia sistemi remoti, mai raggiunti prima dai telescopi: quelli abitati da ragazzi-soia e fascinosi secchioni, da icone hip hop che somigliano a gentiluomini del Rinascimento, da cose e persone che rifiutano l’utilità, la forza, il potere, e si acclimano (da secoli o da ieri l’altro) in un futuro più gioiosamente ibrido e consapevole. Per capire cosa siano l’identità di genere, il patriarcato, persino il femminismo oggi (e soprattutto, per capire cosa saranno domani) bisogna infatti interrogare la maschilità invece di darla per scontata. Dalle pistole di plastica che mettiamo in mano ai bambini agli smalti e collane dei cantanti che seguono su TikTok quando non li guardiamo, il catalogo delle cose ancora (o non più) maschili di quest’età fluida e immateriale racconta le fragilità di supereroi e leader carismatici, il potere di idoli mingherlini e softboy, le ambizioni e i sogni di chi lotta perché quella dei maschi diventi una tribù inclusiva, consapevole dei propri miti e dei propri privilegi.
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